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Il torcicollo congenito del neonato: come riconoscerlo, disturbi correlati e cosa fare

torcicollo congenito del neonato

Che cos'è il torcicollo congenito del neonato: come si presenta e come intervenire con l'osteopatia.

Il bambino con torcicollo congenito si presenta spesso con la testa latero-flessa (piegata)  e ruotata da un lato. Si nota il rifiuto del neonato a ruotare il capo dal lato opposto anche se aiutato/stimolato dai genitori o dal medico pediatra.

In associazione a tale condizione può esserci una plagiocefalia e una contrazione permanente o  retrazione del muscolo Sternocleidomastoideo(SCOM) e dei muscoli scaleni. Vediamone cosa significa:

PLAGIOCEFALIA: dal greco “testa obliqua”; il cranio si presenta con una ppiattimento occipito-parietale unilaterale, posizione anteriore dell’orecchio e gradi diversi di protuberanza della bozza frontale omolaterale all’ appiattimento posteriore. In realtà questa è una definizione “standard” della plagiocefalia che nella realtà ha numerose “sfaccettature” soggettive che cambiano da caso a caso.

CONTRAZIONE PERMANENTE O RETRAZIONE DEL MUSOCLO STERNOCLEIDOMASTOIDEO: Il muscolo scom è costantemente contratto e di conseguenza accorciato (retratto) cosi da non consentire un normale movimento della testa.

CONTRAZIbaby1 evoluzione in studioONE /ACCORCIAMENTO PERMANENTE DEI MUSCOLI SCALENI: Gli scaleni sono muscoli laterali del collo che collegano le vertebre cervicali con le prime 2 paia di coste. Un loro accorciamento o spasmo può portare alla tipica posizione latero-flessa e ruotata della testa e del collo, oltre che ad altri disturbi e disfunzioni associate che vedremo a seguire.

CASISTICA: I NUMERI

Si parla del 16% di casi di torcicollo nei neonati; una percentuale molto alta se si considera anche i numerosi casi in cui il problema ancora oggi non viene diagnosticato o preso in considerazione per una “leggerezza” di pediatri che a volte dicono : “andrà  a posto da solo; con la crescita si sistemerà”, riferendosi sia al torcicollo che alla plagiocefalia.

Nella nostra esperienza, quasi sempre, l’identificazione precoce ed il Trattamento Manuale Osteopatico  conduce alla correzione completadel torcicollo  e della plagiocefalia posizionale ed evita la necessità di ortesi craniche o di chirurgia.

ORIGINI DEL TORCIOLLO CONGENITO
Tra le cause di questa condizione congenita si ritiene che ci sia un anomalo posizionamento del capo a livello intrauterino durante il terzo trimestre di gravidanza, quando il bambino inizia ad essere più voluminoso, con stress traumatico della muscolatura del collo, Scom e Scaleni per primi.

In alcuni di questi casi, ad aggravare la condizione meccanica ci potrebbe essere la sofferenza vascolare con parziale occlusione dei vasi del collo legata proprio alla posizione di lateralità e rotazione forzata del capo nei mesi che precedono la nascita. In questo caso si parla di paralisi ischemica del Volkmann.

Questa teoria che viene annoverata tra le cause del torcicollo congenito si  basa su  ricerche anatomiche che ha messo in evidenza che mentre il tratto superiore dello sterno-cleido-mastoideo è abbondantemente irrorato, quelli medio ed inferiore sono irrorati da arterie che presentano scarse anastomosi.  Può quindi accadere che si produca una compressione della suddetta arteria nel punto nel quale passa al di sotto del muscolo; di conseguenza si avrebbe obliterazione del lume vasale, stravaso siero-ematico, miosite interstiziale e degenerazione fibrosa, come succede nella paralisi ischemica del Volkmann.

Altro motivo potrebbe essere legato ad un “trauma da stiramento” dello stesso muscolo Sternocelidomastoideo (e relativa fascia) durante il parto in quei casi in cui l’espulsione è stata difficoltosa. In questa condizione la muscolatura laterale ed anterolaterale del collo andrebbe in protezione creando quello che viene definito “spasmo antalgico” con un accorciamento mantenuto costantemente che conduce a lateralità e rotazione del capo (il bambino sta cosi per non sentir dolore).

Tra le cause citiamo anche quella della presunta origine embrionale, che farebbe dipendere il torcicollo da un abbozzo anormale del muscolo (vizio di prima formazione), che secondo alcune teorie dipenderebbe da una lesione di un centro nervoso superiore. Per quella che è la nostra esperienza e l’evoluzione dei casi trattati ci discostiamo da questa teoria.

TORCICOLLO E ARTO SUPERIORE

baby 2 torcicollo bambino evoluzione in studioIl neonato affetto da torcicollo congenito può presentare una difficoltà di movimento dell’arto superiore omolaterale al lato del torcicollo dovuto allo stress del plesso cervico-brachiale.

Il bambino si presenta con arto superiore mantenuto vicino al fianco , pochi movimenti spontanei dello stesso contrariamente al contro laterale che viene utilizzato in maniera normale.

In alcuni casi l’arto superiore viene utilizzato ma i movimenti sono clonici e non ben coordinati. Proprio questa assenza o difficoltà di movimento ci conferma lo stress a livello del plesso brachiale, l’insieme di nervi che dal midollo cervicale si dirama ad innervare l’arto superiore

Nella nostra esperienza questa condizione trova di solito un netto miglioramento già dalle prime sedute,a volte anche nell’arco della seduta stessa, dove il bambino, tra lo stupore dei genitori e anche di noi osteopati e terapisti,  inizia a muovere la mano ed il braccio che teneva costantemente attaccato al corpo fino a pochi minuti prima…

IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO DEL BAMBINO:LE DIFFICOLTA’  DELL’OSTEOPATA E I DUBBI DEI GENITORI
Le difficoltà oggettive che si incontrano nel trattare un neonato sono ovviamente legate alla non collaborazione intenzionale del piccolo paziente. Queste difficoltà sono in  genere proporzionali ai mesi di vita del bimbo infatti mentre nei primi 1-6 mesi risulta abbastanza facile il trattamento, poi con la maggior  capacità motoria, determinazione ed indipendenza del piccolo, sarà sempre più difficile intrattenerlo nel lettino dell’osteopata per tutto il tempo della seduta.

Succede a volte,anche se raramente, che si debba rinviare la seduta per impossibilità di effettuare il trattamento, nei giorni in cui il bambino è particolarmente agitato o poco collaborativo.

Abbiamo notato  un segnale di collaborazione e dei chiari segnali di sollievo da parte dei bambini nel momento in cui si inizia la manipolazione del muscolo Scom. Infatti tra le altre tecniche e tra le varie parti del corpo alle che vengono valutate e poi trattate, ci siamo resi conto, all’inizio con un po di stupore ed emozione, delle reazioni positive manifestate a modo loro dai bimbi al momento dell’approccio alla regione anterolaterale del collo, interessata dallo spasmo muscolare (che è poi causa della posizione alterata della testa e del collo)

Per quanto riguarda i genitori, riteniamo del tutto giustificati i loro dubbi quando si rivolgono a noi per il loro piccolo. Infatti il timore che i genitori possono avere sono dati dall’invasività o meno delle tecniche utilizzate e dal rischio di creare un “danno” al bambino anzichè un beneficio.  A tal proposito dobbiamo dire che spesso i genitori arrivano già informati e documentati e la grande maggioranza di essi non manifesta alcun tentennamento. I pochi dubbi che si incontrano in genere  vanno vanificandosi durante la prima seduta, quando il genitore si rende conto della dolcezza e della reale gradualità della metodica osteopatica applicata ai neonati. Comunque l’osteopata sarà in grado di spiegare in tutta franchezza al genitore il tipo di trattamento che andrà poi a svolgere nel bambino e gli obiettivi perseguiti in ogni singolo caso.

CONSEGUENZE E CONSIDERAZIONI IN CASI DI TORCIOLLO NON TRATTATO O NON RISOLTO TOTALEMENTE

Sebbene sia difficile sapere dove può condurre negli anni un torcicollo congenito non risolto, ci sono delle relazioni abbastanza dirette che ormai possono essere segnalate come attendibili. Tra queste ne indichiamo qualcuna di maggior riscontro:

SCOLIOSI: nel momento in cui il bambino guadagna la posizione ortostatica e si mette in piedi (ma già prima con la posizione seduta) , lo squilibrio posizionale e funzionale presente a livello cervico-craniale saranno automaticamente “compensati” dal resto del corpo , in primis dal rachide che attuerà delle strategie per poter permettere alla piccola persona di mantenere l’equilibrio, deambulare e svolgere tutte le funzioni vitali, relazionali , cinetiche ritenute normali.  In questo modo sarà frequente trovare bambini con un torcicollo inizialmente ben visibile che poi riusciranno a ridurre l’eccesso di lateralizzazione e rotazione della testa  “aiutandosi” con altre regioni della colonna vertebrale e della gabbia toracia(meccanismo di compensazione) . Questo spesso conduce ad una scoliosi secondaria che poi diventa strutturata nel tempo fino a non poter essere più corretta.

Quindi siamo ancora a ribadire che “l’aspettare che passi del tempo” con la convinzione che il torcicollo vada a posto da solo non è una buona cosa, infatti spesso i gradi di “stortura” che non si vedono più a livello cervico-craniale sono andati a far danni da altre parte.

COMPENSARE NON VUOL DIRE ELIMINARE O RISOLVERE IL PROBLEMA

SALUTE DEGLI OCCHI E FUNZIONE VISIVA: una condizione di alterato equilibrio delposizionamento cranico condurrà ad un notevole sforzo gli occhi per poter vedere al meglio. Infatti mantenendo la testa in posizione di lateralità e rotazione (anche se queste sono lievi) uno dei due occhi sarà più in basso e anteposto (in avanti) rispetto all’atro.

Questo costringe il sistema oculomotorioad una “accomodamento” costante con sovraccarico dei muscoli dell’occhio predisponendo il soggetto a problematiche visive.

orecchio1Intervento chirurgico- cicatrice : abbiamo seguito diversi casi di adulti che sono stati operati in età infantile per il problema di “torcicollo miogeno congenito”. In quasi tutti i pazienti la correzione non è stata totale ma sono rimasti dei gradi di lateroflessione cranica con forte sovraccarico del complesso OAE (occipite –atlante –epistrofeo) e conseguenti dolori cervicali cronici e cefalee mio-tensive anche molto ricorrenti con partenza dal lato interessato dall’intervento.

NELL’IMMAGINE CICATRICE TRASVERSALE DEL MUSCOLO STERNOCLEIDOMASTOIDEO DA INTERVENTO CHIRURGICO PER TORCICOLLO CONGENITO FATTO A 10 ANNI DI ETA’.

LA PAZIENTE ORMAI ADULTA SI PRESENTA CON IPETROFISMO DEL MUSCOLO SCOM, ISPESSIMENTO TESSUTALE MARCATO, RETRAZIONE, CAPO IN LATEROFLESISONE OMLOLATERALECOSTANTE, CURVA SCOLIOTICA ADATTATIVA DORSALE,GABBIA TORACICA SUPERIORE E MEDIA SINISTRA

IPOMOBILE CON COSTE INSPORATE (IN POSIZIONE ALTA)  RISPETTO ALLA DESTRA.

I SINTOMI RIPORTATI SONO : CERVICALGIA CON RICORRENTI TORCICOLLI, MAL DI TESTA A PARTENZA SUB-OCCIPITALE SINISTRA (LATO DELL’INTERVENTO) ,AFFATICAMTNO COSTANTE DELGI OCCHI, NAUSEA ,SBANDAMENTI, FORCIOLII LE DITA CHE MIGLIORANO TRATTANDO LA CERVICALE (CERVICOBRACHIALGIA).

In questi pazienti abbiamo notato la fortissima condizione “fibrotica” dei muscoli sternocleidomastoideo e scaleni  ed un notevole inspessimento delle fasce cervicali omolaterali nonostante l’intervento di correzione sia stato fatto in età infantile. Inoltre la condizione tessutale ed aderenziale della cicatrice in quasi tutti i casi affrontati peggiorava il quadro dei pazienti adulti e le possibilità di miglioramenti con trattamento manuale.

Quindi nella nostra esperienza ci siamo resi conto che l’intervento chirurgico del torcicollo congenito è una strada senz’altro utile per migliorare il posizionamento del cranio e diminuire l’inclinazione della regione cervicale (almenoparzialmente) ma che funzionalmente non riesce del tutto  a correggere la situazione fisiologica dello  sviluppo dell’equilibrio posturalee della condizione fasciale che andrà comunque ad influire  sia sulla mobilitàcervico-craniale  che su altre regioni corporee con sintomi correlati.

CEFALEE , EMICRANEE: come detto sopra un alterato equilibrio della posizione della testa legata ad una differenza di tensione/trazione/drenaggio  dei tessuti molli (muscoli , fasce , tendini inserzionali,vasi…) spesso conduce a cefalee o emicranee ricorrenti e/o persistenti

Tale condizione è maggiormente compresa se si tiene in considerazione lo sforzo che il sistema visivo compie per ottimizzare la funzione visiva in una condizione di simile squilibrio (per approfondimento puoi leggere  l’articolo sistema visivo e postura)

Potremmo parlare ancora molto delle conseguenze di un torcicollo congenitonon trattato come si deve. Per ora ci limitiamo a consigliare a quei genitori che notano un posizionamento o una mobilità anomala della testolina del proprio bambino a chiedere una valutazione all’osteopata prima possibile (già nei primi giorni di vita).  A tal riguardo ricordiamo che la valutazione osteopatica non si sostituisce a quella del pediatra ma ne va a supporto e completamento soprattutto in quei casi molto specifici e complessi che possono nascondere “diverse sfaccettature” proprio come il torcicollo congenito.

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